Tutti parlano di Can Yaman in Italia, l’attore rivela dettagli inediti sul suo passato..
Can Yaman, che ha recitato in Viola Come Il Mare con il personaggio del poliziotto Francesco Demir e co-protagonista con Francesca Chillemi, ha incontrato il pubblico di Canal 5 il 30 settembre.
In questi pochi giorni dalla messa in onda della serie, l’attore continua a trovare spazio nei media italiani. I fan turchi dell’attore, che prosegue la sua carriera in Italia, aspettano di incontrare Can Yaman con El Turco, girato per Disney Plus.
In un’intervista al Corriere della Sera, in occasione del debutto del suo nuovo lavoro televisivo, Viola come il mare, la fiction che lo vede protagonista con Francesca Chillemi in onda su Canale 5 da venerdì 30 settembre, si racconta senza indugio, svelando diversi dettagli inediti sul suo passato e raccontando il suo rapporto con la bellezza, un’arma a doppio taglio, e un elemento che da solo, come dice lui, non basta a portare al successo.
“Se non fossi stato bello avrei avuto ancora più successo”
“Sono gli altri che mi ricordano sempre che sono bello, se fosse per me, me ne sarei già dimenticato” così inizia Can Yaman a chi gli chiede che rapporto ha con la sua bellezza. “Se non fossi stato bello avrei avuto ancora più successo. Dobbiamo andare oltre il pregiudizio. Ci sono persone più belle di me, ma se all’apparenza non si accompagnano altre virtù come tenacia, grinta, disciplina e determinazione, non si va lontano.. La bellezza da sola non basta, così come il talento”. Infatti, Can Yaman non crede che la bellezza, di per sé, sia un vantaggio e che possa favorire il successo. Senza studiare, secondo Yaman, non si arriva a nulla e lui stesso ammette di essere sempre stato un “nerd” fin dai tempi della scuola.
“Ero un secchione a scuola”
“A scuola ero proprio un secchione”, ricorda Can che ha studiato in un liceo scientifico in italiano perché spinto a studiare questa lingua dalla maestra della madre che, nell’allevare il figlio, ha avuto un ruolo fondamentale. È grazie a lei, infatti, che il giovane Can si è avvicinato alla cultura italiana che oggi gli ha regalato il più grande successo di lui, di essere attore (in italiano) ed essere apprezzato da tutti.
“Ho frequentato il liceo in italiano, scelta elitaria ma necessaria per i miei genitori. A scuola ero un secchione, per me l’istruzione era una via d’uscita, migliorare me stesso era una via di fuga, e il lavoro di mio padre (avvocato) era pessimo. I miei genitori mi hanno detto che avrebbero potuto trasferirsi in un’altra scuola per via del costo e questo mi ha dato degli incentivi. Ho finito i miei studi ed ero il migliore della scuola. La mia media, 92,57%, rimane il record. Non mi hanno mai picchiato”.
“Cultura italiana? Mi piace tutto”
Quanto al rapporto di Can con la cultura italiana, l’attore ammette di esserne sempre stato innamorato.